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Le più pericolose leggende metropolitane sulle malattie


La verità dietro i pregiudizi su malattie infettive e mentali

Ho deciso di proporvi un’altra raccolta dal portale Falsi miti e bufale dell’Istituto Superiore di Sanità, dopo i falsi miti sull’alimentazione, le leggende metropolitane sulla donna e le false convinzioni in tema di prevenzione. Ci sono anche altre credenze che, se basate più sui pregiudizi che su verità scientifiche, possono costituire un pericolo per la salute: quelle che riguardano le malattie. Di vario genere, anche se alcune preoccupano più di altre.

Negli ultimi tempi non si fa che sentire che le ondate migratorie nel nostro Paese stiano causando la diffusione di pericolose malattie infettive: eppure la sezione di ISS dedicata proprio ai migranti dimostra, dati e numeri alla mano, che alcune di esse sono in diminuzione negli ultimi anni, oppure addirittura non sono mai arrivate in Italia. Altro tema “caldo” sono i vaccini: non voglio addentrarmi troppo nella questione né scatenare polemiche, ma una cosa certa è che dopo una vaccinazione non serve nessun periodo di isolamento; nonostante questo, la convinzione che si diventi contagiosi quanto una persona che abbia contratto il virus, è dura a morire. Un argomento che mi sta particolarmente a cuore e di cui ho già parlato su Ecocentrica sono le donazioni di sangue e come funziona il sistema che le rende possibili: se avete qualche dubbio, vi consiglio di leggere il post prima di proseguire.

Infine, altri disturbi su cui aleggia da sempre il pregiudizio sono quelli che riguardano la sfera psicologica: ecco perché in questa selezione di falsi miti ne ho inseriti anche due a proposito della salute mentale, che non deve essere stigmatizzata ma neanche presa con troppa leggerezza.

Vi ho incuriosito? E allora scoprite le bufale sulle malattie più gettonate!

«INSIEME AI MIGRANTI ARRIVANO IN ITALIA ANCHE LE MALATTIE INFETTIVE?»

Foto: www.documentazione.info

Credenza molto comune, ma completamente infondata. In Italia non si è verificato nessun caso di Ebola (solo rimpatri di operatori sanitari contagiati mentre lavoravano nelle zone dell’Africa colpite dal virus); non potrebbe nemmeno essere portata dai migranti perché se non curata porta alla morte in pochi giorni, quindi un soggetto colpito non arriverebbe vivo allo sbarco.
Falsa convinzione anche che le ondate migratorie stiano portando la tubercolosi, anche perché i casi negli ultimi anni sono in diminuzione e non in aumento (da 7,7 casi per 100.000 abitanti nel 2006 a 6,3 casi per 100.000 nel 2015, dati Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane). Inoltre, secondo uno studio del Ministero della Salute realizzato insieme a ISS, tra maggio 2011 e giugno 2013 è stato riscontrato un solo caso di sospetta TBC tra 5.000 migranti nei centri d’accoglienza.

 

«I BAMBINI CHE RICEVONO IL VACCINO MPR POSSONO DIVENTARE FONTE DI CONTAGIO?»

Foto: www.fondazioneveronesi.it/magazine

Un dubbio che ruota attorno a tutti i vaccini, non solo quello MPR (morbillo-parotite-rosolia). I vaccini contengono una forma attenuata del virus, che serve a scatenare la risposta immunitaria dell’organismo ma non è aggressivo come il virus naturale: nel caso del morbillo, ad esempio, la probabilità di sviluppare un’encefalite a seguito di infezione naturale è di 1 su 1.000, mentre è 1 su 3.000.000 dopo una vaccinazione MPR (dati ISS).
Proprio perché il virus nei vaccini è indebolito, non ha la forza di trasmettersi da una persona all’altra, quindi chi ha ricevuto una dose di vaccinazione non è contagioso come chi invece è stato colpito dalla malattia.

 

«DONARE IL SANGUE È RISCHIOSO?»

Foto: www.festivaldellasalute.com

Negli ultimi anni le donazioni di sangue sono in continuo calo, e le necessità superano di gran lunga le scorte. I più inclini a donare sono gli adulti tra i 30 e i 55 anni, mentre i più restii sono i giovani, tanto che i centri di raccolta cercano di coinvolgerli il più possibile: forse conoscono poco il sistema di donazione e incappano facilmente nelle paure più diffuse. Prima di tutto, bisogna sapere che la raccolta è un atto medico: prima della donazione si viene sottoposti a diversi controlli e bisogna rispettare diversi parametri stabiliti dalle legge (peso, concentrazione di emoglobina, pressione), quindi gli effetti collaterali sono rari.
Altra falsa convinzione è che sia un rischio ricevere una trasfusione: i donatori vengono sottoposti a controlli periodici per escludere malattie infettive, abuso di alcol o consumo di droghe; il sangue poi viene sottoposto a diversi esami virologici, microbiologici e immunologici. Nel nostro Paese non sono state riscontate malattie e infezioni a seguito di trasfusione ormai da molti anni.

 

«LA DEPRESSIONE SI SUPERA CON LA VOLONTÀ?»

Foto: www.today.it

La depressione è una malattia a tutti gli effetti e come tale non va sottovalutata o ridotta a un semplice “capriccio”. In Italia, meno di un terzo di chi ne avverte i sintomi si rivolge al medico: ritardare il trattamento è pericoloso perché, come per tutte le malattie, rende più lenta e difficile la guarigione, trasformando a volte la depressione in un disturbo cronico.
Con l’aiuto degli specialisti è invece quasi sempre curabile, ma va riconosciuta per tempo; fate attenzione ai primi campanelli d’allarme, come tristezza, perdita di interessi, insonnia, stanchezza, difficoltà di concentrazione, tutti ripetuti nel tempo.
La depressione è più diffusa di quanto si creda: ne soffre l’11% degli italiani, e le donne sono colpite il doppio rispetto agli uomini.

 

«L’ANORESSIA COLPISCE SOLO LE DONNE?»

Foto: www.agi.it

Anche se è tendenzialmente una malattia femminile, con un rapporto che è sempre stato 9 a 1 tra donne e uomini colpiti, negli ultimi tempi la proporzione sta cambiando: secondo i dati del Ministero della Salute, di recente si è arrivati a 4:1.
Come la depressione, non va presa sottogamba, considerandolo un rapporto conflittuale col cibo legato soprattutto alla linea e all’aspetto esteriore. L’anoressia è una condizione che combina aspetti fisici, nutrizionali, psicologici, sociali; può portare a infertilità, problemi cardiaci, osteoporosi, così come può essere associata ad ansia e depressione. Ecco perché il trattamento deve avvenire su più fronti e perché è importante non minimizzare il problema.

 

Perché ho detto che i falsi miti sulle malattie sono i più pericolosi? Perché basare le proprie scelte di vita su false convinzioni può comportare gravi conseguenze per la salute. Anche se siamo nel ventunesimo secolo e possiamo sfruttare una risorsa come Internet, bisogna comunque fare sempre attenzione alla fonte da cui provengono certe notizie. Finire nella rete delle bufale è fin troppo facile!

 

Foto copertina: www.agenpress.it

 

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