Quale migliore occasione di un trasloco per fare un po’ di decluttering in casa, in un’ottica di minimalismo verde? È questo il proposito che mi sono posta nelle ultime settimane, in procinto di trasferirmi nella mia nuova abitazione: eliminare ciò che non serve, senza però danni per l’ambiente. E così ho avuto modo di mettere in pratica molte tecniche di riciclo e riuso, così che i miei vecchi oggetti non diventino un peso per il Pianeta, ma anche per scegliere uno stile di vita maggiormente minimale.
Il minimalismo verde: possedere meno, per star meglio
Non è di certo un segreto: l’era consumistica moderna induce molti ad accumulare una grande quantità di oggetti nelle case, sebbene nella maggior parte dei casi non verranno mai usati. Un comportamento che rappresenta un problema non da poco per l’ambiente, perché questi oggetti prima o poi dovranno essere smaltiti, con tutti i costi per il Pianeta che ne conseguono.
Così, per esistenze più sostenibili, si fa sempre più forte l’esigenza di abbracciare un minimalismo verde. Non significa solamente “possedere meno”, ma anche e soprattutto promuovere scelte di consumo consapevoli, con l’obiettivo di ridurre i consumi e gli sprechi, preferire materiali più sostenibili e vivere di ciò che si ha veramente bisogno. Un approccio che, nel mio piccolo, ho voluto seguire anche in occasione del mio recente trasloco.
Dove partire con il decluttering della casa
Di certo un trasloco rappresenta un’occasione perfetta per il decluttering della casa, anche perché si deve passare al setaccio ogni ambiente e, quindi, è abbastanza semplice decidere quali sono gli oggetti in eccesso. Eppure, si tratta di un’attività che può essere iniziata in qualsiasi momento, ad esempio approfittando delle grandi pulizie di stagione, come quelle primaverili e autunnali. Ma da dove iniziare?
Per un decluttering efficace, occorre innanzitutto procedere in modo strutturato, con un progetto ben chiaro in testa. In linea generale, si può partire:
- dal dividere tutti gli oggetti per categorie – abbigliamento, elettronica, libri, mobili e via dicendo – o per stanze, valutandoli uno alla volta;
- dal valutare, per ogni singolo oggetto, la sua utilità e sostenibilità. Bisogna quindi chiedersi se lo si utilizza frequentemente e, ancora, se se ne possa fare a meno o scegliere alternative meno impattanti. Ad esempio, un vecchio frullatore energivoro potrebbe essere smaltito, e possibilmente riciclato, in favore di un modello dai bassi consumi.
Effettuata questa prima scrematura, si può procedere a un’ulteriore suddivisione, in base a quattro facili regole:
- tenere, per gli oggetti che si usano davvero ogni giorno o, ancora, che hanno un elevato valore emotivo;
- donare, per tutto ciò che non si utilizza, ma che può avere una seconda vita se ceduto ad amici, parenti o associazioni;
- vendere nei mercatini usati oppure online quello che può avere un mercato;
- riciclare, ovvero tutti quei materiali che possono essere smaltiti a basso impatto per dar vita a nuovi prodotti, come carta, vetro, plastica e via dicendo. E, naturalmente, tutti gli oggetti che possono avere un nuovo uso, come ad esempio vecchi vestiti trasformati in strofinacci o in originali coperte patchwork per gli animali domestici.
Nel far questo, è però fondamentale evitare gli sprechi: non bisogna buttare impulsivamente, perché il rischio è quello di produrre un gran numero di rifiuti, che difficilmente potranno essere correttamente smaltiti, finendo invece in qualche discarica.
Dentro al decluttering: i consigli pratici
Organizzato il lavoro, è utile anche applicare alcuni facili consigli pratici di decluttering, ad esempio procedendo per ogni singola stanza della casa:
- in camera da letto, il punto cruciale è il riordino degli armadi. Un buon consiglio è quello di attenersi alla regola “un anno senza uso”: se un capo è più di un anno che non viene indossato, è il caso di donarlo o portarlo ai centri di raccolta indumenti. Se, invece, si trovano abiti consumati oppure rotti, si deve valutare se possibile ripararli o, ancora, trasformarli in altro, come ad esempio strofinacci. Solo in ultimissima istanza, dovranno essere buttati;
- in cucina, si procede selezionando gli utensili doppi – ad esempio, dei servizi di piatti che non si usano – per regalarli a terzi. Se rotti, come nel caso di posate spuntate, devono essere smaltiti secondo le indicazioni del Comune di propria residenza. Anche gli elettrodomestici funzionanti, ma non necessari, possono essere donati. Quelli rotti, devono essere smaltiti come RAEE;
- in soggiorno, bisogna valutare se ci sono dei mobili che si desidera eliminare e, se in buone condizioni, venderli o donarli, anche approfittando dei marketplace digitali. Un buon consiglio è cercare nelle propria zona associazioni di raccolta, che possono raccogliere i mobili per le persone in difficoltà;
- in bagno, è bene eliminare detergenti, cosmetici e trucchi ormai scaduti, sempre seguendo le corrette pratiche di smaltimento.
È inoltre utile un’organizzazione a parte per tutti i dispositivi elettronici, e gli accessori correlati, di cui le nostre case ormai abbondano. I device che non si usano più, ma sono ancora funzionanti, possono essere venduti, regalati o, ancora, trovare un uso secondario: è il caso di smartphone e computer che, con un po’ d’ingegno, possono di nuovo tornare utili nella casa. Cavi, caricatori e dispositivi guasti devono essere raccolti e smaltiti secondo le regole del Comune, negli appositi centri RAEE.
Infine, è utile digitalizzare il più possibile: documenti, vecchie fotografie ormai rovinate dal tempo, manuali e via dicendo. Una soluzione utile per far spazio e, soprattutto, per non consumare inutilmente carta.
Il minimalismo verde dopo il decluttering
Come facile intuire, non è sufficiente effettuare un buon decluttering, senza che si adottino nuove abitudini di minimalismo verde. Perché il rischio è quello di trovarsi, in pochi mesi, di nuovo sommersi dagli oggetti, il tutto a danno del proprio benessere e dell’ambiente.
A questo scopo, è utile seguire alcuni semplici consigli:
- acquistare sempre consapevolmente, si tratti di un vestito o di un elettrodomestico per la casa. Bisogna attenersi a ciò che è strettamente necessario, evitando invece indumenti che non verranno mai indossati o, ancora, dispositivi che finiranno sul fondo di un cassetto. Ancora, per ogni compera bisognerà valutarne l’effettiva sostenibilità, valutando materiali, consumi energetici e modalità di smaltimento;
- riparare il più possibile, per prolungare la vita dei tanti oggetti che si hanno in casa, evitando così di comprarne di nuovi;
- privilegiare la qualità sulla quantità, scegliendo articoli durevoli, realizzati in materiali a basso impatto. A questo scopo, approfittando del precedente decluttering, è meglio rinunciare a quanta più plastica possibile, privilegiando altre soluzioni. Ad esempio in bagno, dove flaconi e contenitori di plastica possono essere facilmente sostituiti con il vetro;
- ridurre il più possibile i consumi energetici, accendendo gli elettrodomestici quando davvero servono, evitando di lasciare dispositivi in stand-by e acquistando solo nuovi prodotti a basso consumo;
- limitare la contaminazione della casa, escludendo detergenti di origine sintetica, preferendo soluzioni naturali – come acido citrico e percarbonato – per le pulizie domestiche.
In definitiva, si tratti di un trasloco oppure di una semplice riorganizzazione della casa, il decluttering permette di vivere delle esistenze maggiormente minimali, il tutto a vantaggio del benessere e del Pianeta.
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