Punto di vista

Omeopatia sotto accusa


Un po’ di chiarezza tra medicina classica ed omeopatia

Nei giorni scorsi, un bambino di 7 anni è morto per le complicazioni causate da un’otite batterica, che non curata con gli antibiotici si è aggravata trasformandosi in encefalite che non ha purtroppo lasciato scampo.

Il titolo con cui tutti i giornali hanno riassunto la vicenda è stato, più o meno, “Morto bambino curato con l’omeopatia”, come se l’omeopatia in sé fosse la causa. È sicuramente una tragedia per la famiglia, ma quel che è peggio è che venga strumentalizzata per screditare un’intera categoria di medici.

Sì perché, chiariamolo subito, gli omeopati non sono “stregoni” come vengono spesso definiti: per diventare tali, hanno conseguito una laurea in medicina, con il relativo esame di abilitazione alla professione e iscrizione all’albo, specializzazione in omeopatia, tirocinio e almeno 2 anni di pratica, necessari per potersi iscriversi al Registro Italiano dei Medici e Veterinari Omeopati Accreditati.

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Foto: www.cure-naturali.it

In quanto a formazione, non manca loro nulla rispetto ai medici tradizionali, anzi, semmai possiedono delle conoscenze in più, che permettono loro di offrire ai propri pazienti più alternative sulle terapie da seguire.

Certo, le medicine naturali non sempre vanno bene: un’infezione batterica si cura con gli antibiotici. Io stessa li prendo quando servono, così come mi sono vaccinata per viaggiare in posti sperduti per forPlanet, o mi sono fatta operare quando era il caso.

Viceversa, ci sono tanti disturbi che si curano meglio con l’omeopatia o le medicine naturali, magari dopo anni di inutili tentativi con la medicina tradizionale: è perfetta ad esempio per i disturbi cronici. Io ho risolto così problemi che mi tormentavano da una vita, come lacrimazione e arrossamenti agli occhi, tosse e mal di gola ricorrenti, herpes labiale, dolori mestruali.
Ho amici con figli piccoli che soffrivano il mal d’auto e hanno risolto il problema con il famoso rimedio omeopatico Nux Vomica o i braccialetti che premono su un punto preciso dell’agopuntura, senza gli effetti collaterali dei farmaci contro la cinetosi, come sonnolenza o mal di testa.

Ecco il nodo cruciale: la terapia da seguire dipende da molti fattori, e sta al medico sceglierla caso per caso; a volte si risolve con rimedi naturali od omeopatici, altre sono necessari farmaci o interventi, altre ancora si possono utilizzare insieme per ottenere il massimo dei benefici.

Come ha dichiarato anche Marco Del Prete, Presidente A.M.I.O.T. (Associazione Medica Italiana di Omotossicologia): «Il medico curerà con medicina complementare laddove necessario – abbiamo ad esempio risultati straordinari sulle allergie, sulle patologie croniche, e su tutte le malattie che per essere combattute richiedono un rafforzamento del sistema immunitario – e curerà poi con la medicina allopatica, o con la medicina d’urgenza, laddove necessario. Se come medico pretendo di curare una frattura con un analgesico, sto usando prodotti allopatici ma sto sbagliando comunque, esattamente come chi pretende di usare prodotti omeopatici per patologie che richiedono antibiotici. Il problema casomai è la formazione dei Medici, che proprio chi attacca l’omeopatia si rifiuta sempre di prendere in considerazione. In USA le scuole che offrono percorsi di studio sulle Medicine Complementari è passato in 10 anni dal 68% al 95%, mentre da noi solo a parlare di formazione nelle università su questi temi qualcuno si strappa i capelli.»

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Foto: www.ilgazzettino.it

Quello che la cronaca dovrebbe riportare è che il medico non ha fatto la giusta diagnosi, non riconoscendo un’infezione batterica e condannando a morte un bambino; un medico oltretutto dal percorso professionale per lo meno incerto, visto che si cancellò dall’albo, cambiò professione e poi ritornò sui suoi passi lavorando come omeopata, ma le indagini non hanno ancora chiarito se avesse i titoli necessari per esercitare. Ma se anche fosse, quanti medici sbagliano diagnosi e terapie, causando il decesso di un paziente? E ogni volta si mette in discussione la medicina? No, mai.

Eppure è quello che sta succedendo ora, mettendo in croce l’omeopatia. Non si è persa l’occasione di chiamarla nuovamente “acqua fresca”, a sottolineare la sua totale inutilità. Dicono che funzioni come un placebo: chi l’assume guarisce solo perché ci crede. Prima di tutto, che male ci sarebbe? Se siamo in grado di guarire senza farmaci, solo con il potere del pensiero positivo, tanto di guadagnato! E in ogni caso non è così, perché ha risultati provati anche su bambini, animali e piante, esseri viventi che non puoi convincere dell’efficacia della cura.

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Foto: www.piuchepuoi.it

È vero, al giorno d’oggi non si è ancora riusciti a dimostrare come e perché funzioni; ma sono tante le cose che la scienza non riesce a spiegare eppure esistono.

Di benefici ottenuti con l’omeopatia ci sono testimonianze in tutto il mondo e la differenza fra chi la difende e chi la condanna è che i primi hanno provato tanti tipi di terapie e parlano per esperienza personale, mentre gli altri spesso giudicano senza conoscere.

Non viviamo di pregiudizi. Non distinguiamo tra medicina tradizionale e medicina omeopatica: esiste una sola medicina, quella che cura. E per curarci abbiamo tante armi a disposizione.

 

 

Foto copertina: www.pazienti.it

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