Punto di vista

Spreco alimentare al ristorante: cosa possiamo fare?


Una ricerca analizza le cause principali, riconducibili soprattutto ai consumatori

Se seguite Ecocentrica da un po’, sapete quanto mi stia a cuore il tema dello spreco alimentare. Secondo un rapporto FAO del 2011, circa un terzo della produzione mondiale di cibo finisce nell’immondizia: 1,3 miliardi di tonnellate, che sarebbero più che sufficienti a risolvere il problema della malnutrizione e della fame nel mondo. Oltre ad avere un enorme impatto ambientale, in termini di utilizzo di risorse ed emissioni di CO2 (milioni di tonnellate, tra produrre e smaltire), lo spreco alimentare per me è soprattutto immorale. Per fortuna, è uno di quei problemi che noi consumatori per primi abbiamo il potere di far fronte.

Foto: www.infoodation.com

Eppure, come in molte cose, spesso si tende a creare alibi, a cercare altrove colpe e responsabilità. è quello che appare anche dalla recente ricerca realizzata da METRO Italia, azienda specialistica nel commercio  all’ingrosso, insieme all’Università Bocconi: il tema centrale è quello dello spreco alimentare nell’Horeca (acronimo che si riferisce a hotel, ristoranti e bar), capire come la pensano i consumatori al riguardo e trovare nuove strategie e soluzioni per arginarlo. Parte dell’indagine infatti è stata l’intervista, tramite un questionario, a 1123 persone, uomini e donne, di diverse fasce d’età, per raccogliere dati su stili di vita e opinioni diffuse. La prima cosa che ho notato è una contraddizione: molti sembrano sensibili al problema, ma mancano poi le azioni concrete, e molto spesso anche la consapevolezza delle proprie responsabilità. La maggior parte degli intervistati ammette di essere dispiaciuta quando avanza del cibo al ristorante, però molti affermano che non spetta ai clienti questa preoccupazione (e purtroppo sono soprattutto i giovani, oltre il 40% nella fascia tra 24 e 35 anni), dando la colpa in primis ai ristoratori.

La verità però è che i professionisti sono molto attenti a evitare gli sprechi, perché per loro rappresentano una perdita economica. Studi della Comunità Europea, condotti tra il 2015 e il 2017, hanno dimostrato che la principale fonte di spreco di cibo al ristorante sono gli avanzi dei clienti: insomma, a fare la differenza è quello che rimane nel piatto, che non viene consumato a tavola né portato a casa, e che i ristoratori sono costretti a buttare. Tra le motivazioni che ho letto nell’indagine, c’è quella delle porzioni troppo abbondanti, difficili da terminare: mi sembra strano, perché non mi è mai capitato quando ho mangiato fuori! Forse non è eccessiva la quantità di cibo per portata, ma si ordinano troppe portate. Io ad esempio non prendo mai antipasto, primo e secondo, perché so che non riuscirei a mangiare tutto, ma faccio delle scelte, ad esempio antipasto e secondo o primo e contorno; so che a volte quando si leggono le proposte dal menu ci si fa prendere dalla gola (specie se si è affamati), ma bisognerebbe imparare ad ordinare un piatto alla volta, passando al successivo solo se si è sicuri di avere ancora abbastanza fame.

Foto: mimporta.it

Un altro motivo che porta le persone a lasciare avanzi nel piatto? Secondo gli intervistati, la presenza del coperto, ovvero pane, cracker e grissini, sulla tavola, che vengono consumati nell’attesa e che rendono già sazi quando arriva il primo o il secondo: quasi la metà degli intervistati afferma che il coperto riduce l’appetito e che preferirebbe che venisse portato solo su richiesta. Sicuramente è difficile terminare una o due portate se si ha appena mangiato qualche panino o snack, ma se proprio è difficile resistere alla tentazione trovandoli sul tavolo, basta chiedere subito di farli portare via!

Il cibo avanzato però non sarebbe un grande problema, se la pratica di portarlo via fosse “sdoganata”. In altri Paesi, come negli Stati Uniti, la cosiddetta doggy bag (il contenitore per portare a casa le pietanze non consumate al ristorante) è un’abitudine consolidata ormai da tempo, mentre da noi, nonostante le moltissime iniziative, non ha mai preso veramente piede. La ricerca di METRO Italia ha indagato sul perché, e le risposte sono varie: dal timore che il cibo non fosse più buono o sicuro per la salute, all’imbarazzo; fatto sta che 618 intervistati non hanno mai chiesto di poter portare via gli avanzi, mentre ad altri 369 è stato offerto ma hanno rifiutato. Insomma, la colpa non è dei ristoratori: spesso sono i clienti che semplicemente si vergognano.

Foto: www.nonsprecare.it

Nota positiva, è che agli italiani piacciono le iniziative di riutilizzo del cibo: il 66% degli intervistati propende per la donazione delle eccedenze ad enti caritatevoli, che possano destinarlo a chi ne ha più bisogno (animali compresi, il 47%, soprattutto donne, è a favore della donazione ad associazioni e rifugi). Alla domanda su quale potrebbe essere un contributo alla lotta contro lo spreco alimentare al ristorante, la risposta che è andata per la maggiore è stata proprio scegliere locali che promuovono iniziative di beneficenza e donazioni di cibo, e solo in un secondo momento optare per i ristoranti che prevedono confezioni per portare via gli avanzi come la doggy bag.

È significativo che più della metà delle persone affermi di prendere maggiormente in considerazione i locali che si dimostrano attenti allo spreco, ma dobbiamo anche renderci conto che i ristoratori si stanno già impegnando molto, anche se non sempre possiamo vederlo con i nostri occhi. Quelli che dovrebbero fare uno sforzo maggiore siamo noi, i consumatori, correggendo alcune nostre abitudini e superando inutili imbarazzi: la vera vergogna è buttare il cibo!

 

Avviso di trasparenza: i contenuti di questo post sono legati a collaborazione commerciale.
Le aziende e i prodotti con cui è stato realizzato, sono selezionati in coerenza con i miei gusti e valori.

Tessa Gelisio

 

Foto copertina: www.mixerplanet.com

 

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