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Il trattamento dei disturbi psicosomatici


Lo studio della relazione fra mente e corpo

Crampi allo stomaco durante un esame, tachicardia prima di prendere un aereo, difficoltà a dormire quando al lavoro è un periodo intenso. Prima o poi è capitato a tutti qualcosa di simile: se il medico non ha trovato nessun problema strettamente fisico, si stratta di stress.

Negli ultimi anni, complice una vita più frenetica e una pressione sempre maggiore, sono in aumento le persone che soffrono di stress, ansia e depressione (6 milioni di italiani nel 2017). Ecco che allora si parla sempre più spesso di psicosomatica, quella specialità a metà strada fra medicina e psicologia, che prova a guardare più in là e studiare il rapporto mente-corpo, in particolare a risolvere quegli stati d’animo che possono influenzare il benessere mentale, considerando quello fisico.

Per capire meglio di cosa si tratta e come opera, mi sono rivolta all’Istituto di Psicosomatica Integrata® e ho chiesto delucidazioni in merito al Dott. Andrea Zoccarato, psicologo, e alla Dott.ssa Laura Corona, naturopata nonché fondatrice dell’istituto.

COS’È LA PSICOSOMATICA

Foto: www.staibene.it

«Si può dire che il suo campo di studi sia l’interazione fra mente e corpo, basandosi sulla consapevolezza che sono strettamente collegati. Non c’è una sola psicosomatica: numerosi approcci l’hanno esplorata in modo differente, dalle Medicine Tradizionali, che già riconoscevano l’esistenza di una logos del corpo, che interrogava i rapporti causa-effetto tra disagio emotivo e sintomi fisici, alla cosiddetta psicosomatica interpretativa, quella che conosce la maggior parte delle persone (chi ha la cervicalgia è come Atlante: sente il peso del mondo sulle spalle). Nell’esperienza clinica osserviamo quanto la semplice interpretazione metaforica non sia di grande aiuto ai pazienti. Negli ultimi 30 anni questa disciplina si è evoluta molto, grazie al contributo di vari approcci, in ambito clinico e neuroscientifico, e si è iniziato a dare la giusta importanza anche al corpo: i disturbi psicosomatici vanno trattati come sindromi dall’eziologia multifattoriale, in cui le cause non sono necessariamente psicologiche, né solamente organiche, bensì vanno sempre considerate queste variabili come interdipendenti. Il modello che seguiamo qui, concepito da Riccardo Marco Scognamiglio (Il male in corpo, 2008; Psicologia psicosomatica 2016) è  di una Psicosomatica Integrata poiché lavoriamo a 360°, poiché tutti i professionisti presenti in Istituto sono formati alla comprensione e alla gestione delle interazioni mente-corpo, con differenti specializzazioni in psicoterapia, osteopatia, kinesiologia, medicine naturali, ma è presente anche la figura del medico psichiatra per supportare l’équipe nei casi che richiedono un aiuto farmacologico personalizzato per il paziente», mi racconta il Dott. Zoccarato.

I DISTURBI PSICOSOMATICI

Foto: www.donnamoderna.com

Inizialmente dobbiamo immaginare i primi sintomi come un campanello d’allarme, un modo in cui il nostro organismo può comunicare un malessere più ampio: ciò che interroga lo psicosomatologo sono i fattori che influenzano la vita della persona che li porta. Dalle componenti organiche, usura da stress, aspetti ergonomici e nutrizionale fino all’impatto emotivo e relazionale, tutto viene preso in considerazione per ricostruire una dimensione di senso e una storia che precede l’insorgere del quadro doloroso.

«Alla base spesso troviamo reattività corporee che richiamano stati emotivi inelaborati, che non vengono quindi riconosciuti né gestiti correttamente. Gli attacchi di panico sono la famosa goccia che fa traboccare il vaso, avvengono in un organismo già in crisi.»

Una branca che sta prendendo piede negli ultimi anni è la PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia), di cui abbiamo già parlato, che studia l’equilibrio fra sistema psicologico, neurotrasmettitori, ormoni e sistema immunitario; diversi studi scientifici hanno dimostrato delle correlazioni, ad esempio che la presenza di emozioni negative favorisce la formazione di adrenalina e cortisolo, detti ormoni dello stress, e uno stress prolungato abbassa le difese immunitarie, spianando la strada a varie malattie.

Mi spiega la Dott.ssa Corona: «Quando l’organismo è sotto stress è in una condizione di iperattività, vive costantemente in uno stato di allerta; le difese e altre funzionalità fisiologiche sono alterate, e la tensione così si scarica in alcune aree o distretti del corpo più vulnerabili anche a causa di una predisposizione costituzionale. I disturbi psicosomatici possono quindi colpire qualunque parte dell’organismo, ma alcune sono più sensibili di altre.

Tra i disturbi più legati allo stress prolungato troviamo:

  • Disturbi intestinali, come colon irritabili, coliti croniche o stipsi
  • Disturbi gastrici (lo stress causa una carenza enzimatica, che rende difficoltosa la digestione, nonché un blocco delle funzionalità digestive)
  • Mal di testa, mal di schiena e dolori muscoloscheletrici in generale
  • Bruxismo (la tendenza a serrare la mandibola e digrignare i denti)
  • Insonnia
  • Malattie epidermiche
  • Allergie e intolleranze alimentari (in aumento anche per via dell’inquinamento ambientale e dei cibi stessi, altri fattori che indeboliscono le difese dell’organismo)
  • Stanchezza cronica

LAVORO D’EQUIPE

Foto: www.paginemediche.it

Chi si rivolge a uno, o più, esperti di psicosomatica, e perché? «La fascia d’età è davvero vasta, va dalla prima infanzia alla terza età; a volte si rivolgono a noi per problemi considerati classicamente come psicologici quali ansia, disturbi alimentari, difficoltà nel rapporto di coppia. Altre volte invece il paziente si presenta lamentando dei sintomi fisici, spesso dolori cronici o manifestazioni che i medici non riescono a inquadrare

Il Dott. Zoccarato mi spiega come vengono presi in carica i pazienti: «La valutazione di ogni richiesta viene presa in carico dal nostro case manager, che accoglie la domanda di cura e la inoltra al team multidisciplinare, composto da psicologi, psicoterapeuti, medici, naturopati, osteopati, a seconda delle priorità di intervento. Bisogna capire le aspettative del paziente, se prevalgono le componenti emotive o i sintomi nel corpo, per poi stabilire con quale specialista dell’Istituto andranno fatti i primi incontri. Ad esempio, in caso di dolori muscoloscheletrici, la prima seduta potrebbe avvenire con l’osteopata psicologo e kinesiologo dell’Istituto. Nell’anamnesi si ricostruisce la storia clinica, comprensiva di sintomi, operazioni, malattie e traumi fisici e contemporaneamente i vissuti soggettivi, ciò che il paziente ha compreso di quanto accaduto, eventuali traumi o eventi stressanti e più in generale come ciascuno descrive e vive la propria sofferenza. In caso di ansia o problemi legati alla sfera affettiva, il primo incontro più probabilmente avverrebbe con uno psicologo psicosomatologo, ma anche in questo caso se si evidenziano sintomi fisici o disequilibri, come alimentazione sregolata o cattiva qualità del sonno, il professionista allargherà l’equipe di lavoro per aiutare anche il paziente a ristabilire una regolazione nel corpo, intervenendo sull’ecologia personale con l’aiuto della naturopata.
Bisogna sempre cercare di mantenere il giusto equilibrio psico-somatico, comprendere se esiste una relazione fra i sintomi organici e le condizioni di vita del paziente, ed esplorare i vissuti emotivi; spesso le persone si rivolgono a noi perché hanno problemi fino a quel momento incompresi o gestiti con cure generiche aspecifiche, pensando solo alla parte fisica e non dando particolare importanza alle componenti psicologiche (ma può avvenire anche il contrario!); in ogni caso non bisogna tralasciare la necessità di curare anche il corpo, anzi, l’intervento più immediato è volto a ristabilire una zona di confort, mettere in sicurezza e restituire un senso di riconoscimento al paziente. A volte curare i sintomi fisici permette tutto questo e apre alla possibilità di un confronto psicologico con nuove risorse. L’obiettivo iniziale è di uscire dagli stati di angoscia e di disregolazione per accedere a risorse più evolute e permettere dei cambiamenti più significativi, con rinnovata energia.»

Senza dimenticare che ogni paziente è un caso a sé: «La psicosomatica interpretativa non funzionava anche perché ogni paziente ha la sua soggettività. Lo stesso problema può avere cause diverse (la stanchezza a volte è davvero psicologica, altre volte magari nasconde delle carenze nutrizionali), così come i sintomi, perché ciascuno somatizza diversamente; di conseguenza, anche la cura è soggettiva, e viene costruita su misura», conclude la Dott.ssa Corona.

 

In conclusione, non trascurate i problemi di salute, anche quando sono piccoli fastidi. E tenete a bada lo stress: come dicevano gli antichi latini, mens sana in corpore sano!

 

 

Foto: www.naturovaloris.it

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