Quella per gli smalti è una passione che molte condividono. Si tratti delle classiche vernici, oppure di una ricostruzione in gel semipermanente, il desiderio di sfoggiare mani e unghie sempre curate è irrinunciabile. Eppure, quante di voi si sono soffermate sui pericoli delle soluzioni che utilizziamo per dipingere e ricostruire unghie? Ebbene sì: diversi studi hanno dimostrato che l’uso – o meglio l’abuso – delle più comuni tipologie di smalto può essere dannoso per la salute.
Senza cadere in frettolosi allarmismi, è perciò doveroso informarsi su quali siano i rischi dell’usare regolarmente smalti classici e semipermanenti, affinché si possano operare scelte più consapevoli. Ad esempio, scegliendo gli smalti ecobio – di cui vi avevo già parlato qui su Ecocentrica – anche se non sempre facili da trovare sul mercato. Di seguito, tutte le informazioni utili.
I pericoli degli smalti semipermanenti
Quella della ricostruzione delle unghie con i gel semipermanenti è una tendenza sempre più in voga, basti vedere quanto queste tecniche siano popolari sui social network. D’altronde, i vantaggi non mancano, soprattutto in termini di durata: a differenza del classico smalto, che dopo pochi giorni inizia a rovinarsi, il gel semipermanente rimane intatto per settimane.
Eppure, questa pratica così diffusa rischia di non essere propriamente salutare. Al centro delle preoccupazioni degli esperti vi finiscono i fornelletti UV, utilizzati in fase di trattamento per indurire il gel, che potrebbero esporre a conseguenze da non sottovalutare.
Lo studio: i fornelletti UV e il rischio cancro
A lanciare l’allarme è stato uno studio condotto nel gennaio del 2023 dall’Università di San Diego, pubblicato su Nature Communications. I ricercatori hanno voluto verificare se l’esposizione ai raggi UV dei fornelletti per unghie potesse rappresentare un pericolo, considerando come gli stessi raggi ultravioletti siano stati ormai da anni catalogati come cancerogeni (gruppo 1) dallo IARC e all’OMS.
Gli studiosi hanno quindi condotto degli esperimenti in vitro, esponendo alcune cellule tipiche della pelle – in particolare cheratinociti e fibroblasti, sia umani che di topi – ai raggi UV che normalmente vengono emessi dai fornelletti. E i risultati sono stati ben poco edificanti: dopo 20 minuti, si è registrata la morte tra il 20 e il 30% delle cellule, con una singola esposizione. E con tre esposizioni ripetute, sempre di 20 minuti ciascuna, oltre il 70% delle cellule è stata distrutta.
Non è però tutto: l’esposizione ai raggi UV ha anche causato danneggiamenti al DNA mitocondriale, simili a quelli che si registrano comunemente nelle mutazioni capaci di generare tumori della pelle.
Dati i risultati, gli esperti hanno invitato alla cautela, consigliando non solo di ridurre il numero di ricostruzioni annuali, ma anche di adottare alcune precauzioni per limitare le chances di sviluppare melanoma, basalioma e spinalioma:
- stendere una crema solare a elevato fattore di protezione sulle mani prima del trattamento;
- indossare guanti in lattice che coprano completamente le mani, lasciando libere solo le unghie.
Non solo fornelletti: attenzione alle sostanze chimiche
Eppure non è solo l’esposizione ai raggi UV a generare preoccupazione, poiché altre sostanze contenute nei gel semipermanenti potrebbero essere responsabili di effetti collaterali ben poco piacevoli. Lo rivela uno studio pubblicato nel 2016 sulla rivista scientifica National Library of Medicine. In particolare, sotto accusa finiscono alcuni componenti presenti in questi smalti:
- HEMA e Di-HEMA, due acrilati;
- idrochinone e idrochinone monometiletere, dalle proprietà sbiancanti;
- dibutilftalato (DBT), indurente e possibile interferente endocrino;
- toluene, un solvente.
Dallo studio, è emerso che l’esposizione frequente a queste sostanze può comportare disturbi come dermatiti da contatto, psoriasi, perdita di cheratina, difetti nella ricrescita delle unghie, arrossamento cutaneo, infezioni batteriche e micosi, desquamazione e neuropatie periferiche. Ancora, è utile ricordare che gli interferenti endocrini sono fra i responsabili di disturbi ormonali e problemi alla fertilità.
I pericoli degli smalti classici
Purtroppo, non va meglio per gli smalti classici, anche se generalmente si ritiene siano meno pericolosi dei semipermanenti. Questo perché, come facile intuire, non vi è la necessità di ricorrere all’effetto indurente dei raggi UV, indispensabile invece per il gel. Tuttavia, molti degli smalti non ecobio in commercio presentano alcune sostanze chimiche che richiedono una certa attenzione:
- toluene: è un solvente, come già accennato, dagli studi responsabile di irritazione alla pelle, agli occhi e alle vie respiratorie, nonché possibile interferente ormonale e della riproduzione;
- formaldeide: nota sostanza cancerogena, che può causare eruzioni cutanee;
- dibutilftalato (DBT): un interferente endocrino che può avere effetti sul sistema riproduttivo.
È però doveroso sottolineare che l’Unione Europea ormai da qualche anno ha fortemente normato questo settore cosmetico, in particolare proprio su formaldeide e dibutilftalato, che non dovrebbero praticamente più essere utilizzati negli smalti di ultima generazione. Queste sostanze potrebbero però essere presenti sotto la dicitura generica “parfume”.
Non meno importanti sono poi le reazioni allergiche e le dermatiti dovute ai coloranti, così come l’irritazione alle vie respiratorie collegate ai solventi a base di acetone.
Come ho anticipato in apertura, è meglio non cadere in frettolosi allarmismi, tuttavia è altrettanto consigliabile assumersi qualche cautela in più, ad esempio scegliendo smalti ecobio e riducendo il numero delle ricostruzioni. Unghie belle e curate sì, ma sempre senza danneggiare la salute!
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