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Antiparassitari naturali o chimici? Ecco un confronto


Con l’aiuto di un esperto veterinario, scopriamo come proteggere i nostri animali e se gli antiparassitari naturali funzionano davvero.

Chi ha un animale lo sa bene: l’arrivo della stagione calda nasconde più di un’insidia. Innanzitutto, l’innalzamento delle temperature, che costringe i proprietari a ripensare le uscite, destinando solo le ore più fresche della giornata alle passeggiate, e a mettere in atto alcune accortezze per evitare che il nostro quattrozampe corra rischi come il colpo di calore (in questo post trovate tanti suggerimenti per proteggere cani e gatti dal caldo). La primavera, inoltre, porta con sé alcuni ospiti poco graditi, come i forasacchi, spighe di alcune graminacee selvatiche che penetrano facilmente nella cute degli animali con gravi conseguenze; ma se questi sono conosciuti perlopiù dai proprietari di cani, ce ne sono altri ben noti a tutti: gli insetti.

Proprio come noi temiamo il tormento delle zanzare con l’arrivo della bella stagione, anche i nostri amici animali sono spesso vittime di insetti e parassiti: pulci, zecche, pappataci, flebotomi e zanzare non sono solo fastidiosi, ma possono rappresentare un pericolo per cani e gatti perché con la loro puntura trasmettono infezioni che portano a condizioni potenzialmente letali come filariosi cardiopolmonare, leishmaniosi, malattia di Lyme. Come proteggere i nostri amati cani e gatti? Valgono sempre alcune regole d’oro, come quella di controllare zampe e pelo al ritorno dalla passeggiata, o di contattare immediatamente il veterinario se si notano sintomi particolari come prurito o letargia, ma la strategia migliore è sempre la prevenzione: le alternative non mancano di certo. Anzi, il problema per noi proprietari di animali è proprio questo, perché i farmaci e i trattamenti preventivi con azione antiparassitaria sono tantissimi, con diverse formulazioni e formati, come il collare, lo spot-on, gli spray, le compresse; in più, ci sono iniezioni e vaccinazioni proposte dai veterinari. Quello che mancano sono indicazioni univoche: ci sono specialisti che valutano i trattamenti da eseguire in base a luogo e abitudini dell’animale e della sua famiglia, cercando la giusta combinazione, e altri che sostengono che il protocollo efficace sia uno solo; c’è chi raccomanda tutte le vaccinazioni annualmente, e chi consiglia di eseguire prima un test che verifichi il livello di anticorpi e l’assenza di infezione di parassiti già in corso; ci sono veterinari totalmente contrari ai rimedi naturali, e altri che sono in grado di discriminare quando è possibile consigliarli.

Quando si tratta dei miei animali, cerco sempre di vederci chiaro e sentire più di un parere: di recente ho voluto consultare il Dott. Alessandro Prota, veterinario esperto in medicina integrata, dal quale ho capito che non bisogna certamente sottovalutare i rischi dei parassiti, ma che è anche possibile (e consigliabile) proteggere cani e gatti sia dalle infezioni, sia, al tempo stesso, dai potenziali effetti collaterali degli antiparassitari.

La tematica è complessa ma, se siete curiosi di approfondire il tema e scoprire tutti i pro e contro di antiparassitari naturali e chimici, vi invito a leggere la mia intervista al Dott. Prota!

Attenzione al rischio tossicità

Questi prodotti nascono per avere azione insetticida ed eliminare in breve tempo eventuali ospiti indesiderati che si annidano sull’animale: è lecito domandarsi se siano completamente innocui per cani e gatti, perciò innanzitutto ho chiesto al Dott. Prota quali possono essere le conseguenze del loro utilizzo.
«Si va da quelle facilmente riconoscibili anche dai proprietari, come le irritazioni cutanee o i disturbi intestinali, ad altre più serie come problemi comportamentali e squilibri ormonali. Molti marchi che producono collari o spot on utilizzano come principio attivo il fipronil, una sostanza che oltre a produrre un danno diretto per il contatto con la pelle, che si manifesta ad esempio con lesioni infiammatorie, può causare cistiti e altre malattie alle vie urinarie, così come alterazioni del microbiota intestinale, dal momento che viene escreta dall’organismo attraverso urine e feci. Inoltre si tratta di un interferente endocrino, che altera soprattutto la funzione della tiroide, probabilmente perché applicata nelle vicinanze.»

Molto utilizzate anche le compresse per via orale, che però, specifichiamo, non hanno azione repellente ma solo insetticida: il principio attivo è spesso appartenente alla classe isoxazolina, tossico per gli insetti, penetra nel sangue di cani e gatti e fa sì che pulci e zecche muoiano in poche ore (idealmente, prima di poter trasmettere un’infezione) se li pungono; però non impediscono ai parassiti di attaccarsi. «Entrando nel sangue e nell’organismo degli animali, interferiscono con il recettore GABA, un importante neurotrasmettitore; sul foglietto illustrativo dei prodotti americani a base di isoxazolina, a cura della FDA, è riportato questo effetto collaterale, così come la possibilità di effetti neurologici in alcuni cani, oppure depressione, nausea, ingrossamento dei linfonodi.»

Per la prevenzione della filariosi cardiopolmonare, viene effettuata dal veterinario, una volta l’anno, un’iniezione dall’azione insetticida: non protegge dalle punture, ma provoca la morte di eventuali larve trasmesse dalla zanzara infetta. «Tra i farmaci utilizzati c’è l’ivermectina, molecola che andrebbe evitata nei cani che hanno una mutazione del gene MDR1 (Multi-Drug Resistance Gene): questa proteina, in condizioni normali, permette di espellere dall’organismo sostanze come i farmaci, ma se il suo gene è mutato, il trasporto è meno efficiente e queste si accumulano nel cervello, determinando effetti neurotossici. Sono a rischio alcune razze in particolare, soprattutto collie e in generale quelle da pastore, ma anche i lupoidi, meticci compresi; per averne la certezza, basta fare un rapidissimo test genetico.»

Mi sorge spontaneo un dubbio: perché la maggioranza dei veterinari non parla di queste possibili controindicazioni? «Non si presta abbastanza attenzione, mentre bisognerebbe documentarsi di più; è vero però che è difficile riconoscere un rapporto di causa-effetto, perché molte problematiche avvengono successivamente all’utilizzo. A differenza del nostro Paese, negli Stati Uniti, la FDA ha allertato consumatori e veterinari circa gli effetti collaterali dell’isoxazolina già nel 2018.»

Antiparassitari naturali: funzionano?

«La vera profilassi è impedire le punture dei parassiti. Esistono diverse sostanze naturali con azione repellente: il più famoso è l’olio di neem, ma è possibile anche ricorrere a oli essenziali sgraditi agli insetti ma con funzione curativa per pelle e pelo di cani e gatti, come citronella, eucalipto, menta, geranio, rosmarino, timo, da applicare giornalmente (anche 2 volte al giorno nel periodo clou degli insetti, indicativamente da aprile a ottobre) su tutto il mantello e nei punti con meno pelo (più a rischio), come interno cosce, addome, orecchio.»

Se volete provare gli antiparassitari naturali, il Dott. Prota mi ha anche consigliato alcuni prodotti in commercio:

Io ne ho provati diversi ma devo dire che l’efficacia non è equiparabile al collare “tradizionale” per chi come me porta i cani a passeggiare in boschi e prati tutti i giorni.

Come proteggere gli animali (anche dagli antiparassitari chimici)

In certi casi non è possibile fare affidamento solo sugli antiparassitari naturali, ad esempio nelle zone endemiche, dove la presenza di parassiti è molto elevata, come le zanzare nella pianura padana o le zecche nei boschi di montagna: insomma, bisogna sempre valutare il rapporto rischio/beneficio. «A volte, per evitare che i parassiti si depositino sugli animali, meglio abbinare un antiparassitario chimico, e contemporaneamente agire per limitare i suoi effetti tossici. Io ad esempio consiglio sostanze drenanti che aiutino la detossificazione delle sostanze dall’organismo, come alga clorella e cardo mariano, più ingredienti dall’azione antiossidante come curcuma e glutatione; prebiotici e probiotici per ripristinare la flora intestinale alterata; rimedi per regolare l’asse ormonale se necessario. La carenza di recettore GABA può condurre il cane in stati di agitazione: per ridurre l’ansia, consiglio vitamina B6, magnesio, o piante come melissa, tiglio, valeriana, oppure il CBD, che compensa l’alterazione del sistema di regolazione endocannabinoide, coinvolto in molti processi fisiologici.»

Qualche accortezza in più per vivere la bella stagione in tutta tranquillità!
Ringrazio il Dott. Prota per queste preziose informazioni.

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