L’autunno cede il passo all’inverno e, con il fisiologico calo delle temperature, è tempo di ripescare dall’armadio giacche e cappotti più pesanti. Ma che fare se si volesse acquistare un nuovo capo, magari perché quello già in nostro possesso risulta ormai consumato oppure fuori taglia? Come spesso ho sottolineato dalle pagine di questo blog, non basta scegliere un produttore qualsiasi: per ridurre il proprio impatto sull’ambiente, è indispensabile scegliere un brand più sostenibile.
Ma come accertarsi che il marchio adocchiato sia effettivamente impegnato sul fronte della tutela ambientale e non, come spesso accade, sfrutti il tema della sostenibilità per fare del greenwashing? La risposta può apparire semplice, ma nei fatti non lo è: bisogna infatti accertarsi che non solo i materiali scelti siano effettivamente amici dell’ambiente, magari poiché fibre rigenerate oppure a chilometro zero, ma anche che l’azienda estenda l’attenzione al Pianeta in tutte le fasi della produzione. Per aiutarvi in questa scelta, ho deciso di selezionare per voi alcune realtà innovative in fatto di giacche e cappotti.
Il cappotto perfetto? È in lana rigenerata, prodotto da Rifò
La lana è certamente uno dei filati più scelti e apprezzati per gli indumenti invernali, in particolare per i cappotti. Calda, traspirante e termoregolante, permette di mantenere il corpo protetto al caldo, senza eccedere in umidità. Non tutti però sanno che, per la produzione di splendidi giacconi, non è sempre necessario ricorrere al filato vergine: in un’ottica di maggiore sostenibilità, ci si può infatti affidare alla lana rigenerata.
Quella della lana rigenerata rappresenta uno dei cardini di Rifò, una realtà toscana di cui vi ho già parlato molte volte, che ha fatto del rispetto dell’ambiente la propria filosofia. Ovviamente i capi sono di alta qualità e molto belli. Nata nel 2017, l’azienda ha deciso di investire proprio sui filati rigenerati: cotone, lana, cashmere, lana cardata, jeans e poliestere. Le materie prime vengono raccolte sia da vecchi indumenti che da scarti di origine industriale, da fornitori affidabili e vicini al laboratorio di Rifò, così da ridurre anche i costi ambientali dovuti al trasporto. Mescolando l’antica tradizione dei cenciaioli toscani con le nuove tecnologie, l’azienda riesce quindi non solo a rigenerare fibre di altissima qualità, ma anche a produrre capi dal design moderno ed elegante, pronti per essere indossati per anni senza mai perdere la loro bellezza. E poi si tratta di produzioni made in Italy, un elemento che ne conferma il pregio.
Un esempio? Ho provato la Giacca Kimono Ginko in lana rigenerata, uno splendido cappotto dalle forme moderne e decisamente comodo da indossare. Il taglio si ispira proprio ai kimono giapponesi, ma avvolge il corpo in modo morbido e soprattutto caldo, grazie all’impiego di lana rigenerata al 65%, poliammide riciclato al 30% e poliestere riciclato al 5%. La cintura in vita risulta estremamente comoda, nonché perfetta per stringere e mantenere chiuso il cappotto nelle giornate più gelide, mentre il collo sciallato è l’ideale da abbinare a sciarpe e foulard. Non mancano due comode tasche frontali, sia per mantenere al caldo le mani che per custodire piccoli oggetti, come lo smartphone o il portafoglio. E non è tutto, poiché non solo le cuciture e le rifiniture sono di classe sartoriale, ma il cappotto Ginko viene anche cucito da una fornitrice a pochissimi metri dalla sede di Rifò. Una produzione davvero a chilometro zero!
La giacca Ginko è disponibile sullo shop ufficiale di Rifò, nella colorazione blu notte e al prezzo di 199 euro.
Cappotto “Zero Waste”? con Zerobarracento (0/100) si può
E se volessimo acquistare un cappotto davvero più sostenibile, basato sulla filosofia “zero sprechi” in tutte le fasi della filiera, a chi dovremmo rivolgerci? La risposta è facile: provate Zerobarracento (0/100).
Giovane realtà italiana nata proprio con l’obiettivo di proporre una moda duratura e più compatibile con l’ambiente, questa azienda fa dell’assenza degli sprechi il proprio cardine. Non solo recuperando materie prime e da riciclo sul territorio italiano, ma anche e soprattutto applicando alla produzione di abiti alcune tecnologie innovative. A partire da Re-Verso, un processo che permette di ottenere lana, cashmere e baby camel in un mercato in economia circolare. Ma anche sfruttando il materiale Bemberg di Asahi Kasei, nato per recuperare il cotone e renderlo completamente biodegradabile, e NewLife, un polimero ricavato dalle bottiglie di plastica raccolte nel Nord Italia.
Tra le tante proposte spicca Ebi, un originale cappotto smanicato in tessuto Camel ReVerso, realizzato impiegando unicamente scarti di produzione pre-consumo. Di media lunghezza e decisamente versatile, abbian uno stile più classico a uno più urban, il tutto con un taglio minimalista.
Il cappotto è disponibile sullo shop ufficiale a un prezzo di 520 euro.
Città e tempo libero? Basta il parka di Quagga
L’inverno è una delle stagioni che ci vede più impegnati: gli appuntamenti di lavoro, le varie commissioni quotidiane e, perché no, anche un po’ di relax in compagnia degli amici di sempre. Con un’agenda così ricca di impegni, serve un indumento che faccia praticamente da passepartout in tutte le occasioni, da una giornata in ufficio fino all’aperitivo in serata. La soluzione? Basta scegliere un versatile parka imbottito.
Fra i tanti disponibili sul mercato, vi parlo nuovamente di Quagga, una realtà sempre più importante nell’universo dell’ecofashion europeo e da sempre impegnata nella scelta di materiali più sostenibili. Per produrre i suoi capi, Quagga fa infatti ricorso a materie prime di riciclo, con un particolare occhio di riguardo alla scelta di fibre prive di sostanze nocive responsabili di fastidiose allergie e, fatto non da poco, rispettose degli animali. E non è tutto, poiché l’azienda ha deciso di privilegiare le performance ambientali senza rinunciare alle prestazioni tecniche, al comfort e all’estetica. Il risultato? Capi belli da vedere, morbidi, caldi e soprattutto durevoli e funzionali.
Il parka Plush, ad esempio, è perfetto sia per le necessità di tutti i giorni che per il tempo libero, si tratti anche di un pomeriggio sulla neve. Disponibile nelle versioni uomo e donna, esprime il suo animo più sostenibile con l’impiego di materiali riciclati e cruelty-free: l’imbottitura e la pelliccetta interna lamb-fleece sono infatti in poliestere al 100% riciclato. La vestibilità è poi ottima, grazie al suo tessuto superleggero capace però di garantire un eccellente valore termico, mentre a rifinire con eleganza il parka vi è un cappuccio integrato, due tasche interne e due esterne, nonché polsi a guanto in lycra con fori per il pollice.
Plush è disponibile sullo shop ufficiale di Quagga in diverse colorazioni – blue navy, nero, grigio e rosso – a prezzo di listino di 310 euro, scontato a 169.
Da Lizé, un piumino rispettoso dell’ambiente e degli animali
Il piumino è uno dei grandi classici dell’inverno, ma non sempre questo indumento è amico dell’ambiente. Il rivestimento esterno è spesso realizzato in materiali sintetici vergini e inquinanti, mentre la tipica imbottitura in piumino d’oca non rappresenta la soluzione adatta per chi è alla ricerca di un capo cruelty-free.
Lizé Natural Clothing, un’azienda di Vicenza specializzata nella produzione di indumenti in cotone organico o altre fibre riciclate, ha pensato di rispondere a questi dubbi con un piumino unico nel suo genere: Asp. Dalla vestibilità asciutta e dalla grande performance termica, il piumino è realizzato al 100% in poliestere riciclato da bottiglie di plastica e reti da pesca, sia per il tessuto esterno che per l’imbottitura interna. Grazie alla tecnologia di isolamento PrimaLoft, il capo è inoltre in grado di abbinare un’ottima leggerezza a tanto calore, per non sentirsi né freddi né appesantiti durante le gelide giornate invernali. Inoltre si tratta di un piumino del tutto vegan, poiché non impiega nessuna fibra o sostanza di origine animale.
Un vero e proprio classico di Lizé Natural Clothing, azienda votata alla qualità e alla produzione più sostenibile, grazie anche al rispetto degli standard GOTS. Il piumino è disponibile sullo shop ufficiale a 159.90 euro.
Parka in cotone: oggi anche in inverno, con Slow Nature
La bellezza, la morbidezza e la durata sono delle qualità che hanno reso il cotone una delle fibre tessili più amate e diffuse. Eppure non è sempre semplice trovare capi pesanti per l’inverno realizzati in questo materiale, poiché si prediligono invece altre soluzioni come la lana, il cashmere, la lana cotta oppure i materiali sintetici. Tuttavia, anche il cotone può garantire una perfetta protezione termica, il tutto senza pesare troppo sull’ambiente.
A sposare questa filosofia è Slow Nature, un vero e proprio hub capace di aggregare i più interessanti produttori di vestiti più sostenibili e cruelty-free. Partendo dal presupposto che l’industria della moda rappresenta la seconda fonte più dannosa di inquinamento del Pianeta, soprattutto per la pericolosa tendenza all’usa e getta stagionale, Slow Nature ha deciso di investire su altri orizzonti. Guidata dal motto “#ActFast”, la società vuole cambiare l’universo del fashion riportando al centro i materiali di riuso, le fibre naturali e la concezione di una moda che duri nel tempo, senza cadere nel tranello del cambio di look a ogni stagione.
Per farlo, ha stretto delle collaborazioni con delle aziende specializzate e certificare proprio in moda più sostenibile. Uno dei risultati di questa partnership è il Parka in Cotone Bio realizzato grazie a La Yakit Rakit, in cotone organico al 100% certificato GOTS e con rifiniture in pile da PET al 100% riciclato. Completamente cruelty-free, questo parka – nella sua splendida colorazione rossa – è nato per essere resistente sia al vento che all’acqua, offrendo protezione anche alle basse temperature. A completare l’offerta, un comodo cappuccio e la vita regolabile, per il massimo della vestibilità.
Il parka è in vendita sullo shop ufficiale a 180 euro.
In definitiva, rimanere sempre al caldo anche in inverno e rispettare maggiormente l’ambiente non è utopia: basta scegliere quei brand che, in ogni fase di produzione, decidono di investire nel ridurre il loro impatto sullo sfruttamento delle risorse e sull’inquinamento.
2 Comments
Rossella
8 Febbraio 2022 at 11:31Grazie Tessa per avermi suggerito questi capi invernali sostenibili. Mi sto avvicinando a questo mondo perché voglio fare un passo anche io verso una maggiore consapevolezza.
L’unico grande ostacolo, purtroppo, è il costo… Quindi posso permettermi di acquistare solo uno o due capi sostenibili alla volta… e in periodo di sconto!
A tal proposito, ho trovato una bellissima giacca militare con maniche crochet e tessuti riutilizzati di Tu Lizé a prezzo scontatissimo! Mi piace ma vorrei un tuo parere, com’è la marca, secondo te è buona?
Grazie mille!
ecocentrica_masterkey
8 Febbraio 2022 at 20:19Grazie mille, sono contenta che il mio lavoro di selezione ti sia utile.
Non conosco l’azienda, ma ho dato un’occhiata al sito e mi sembra ottima!! Grazie per la dritta, poi me lo guardo con calma 😉