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Gruppi di acquisto solidale: l’unione fa la forza!


Oggi volevo parlarvi dei GAS, ovviamente non mi riferisco alle risorse energetiche (argomento mainstream di questi tempi), ma di un fenomeno che sta diventando sempre più diffuso in questi ultimi anni in Italia: i Gruppi di Acquisto Solidale, organizzazioni di cittadini che comprano collettivamente prodotti agroalimentari direttamente dai produttori locali a prezzi vantaggiosi. 

Ma come funzionano e come farne parte?

GAS made in Italy

Anzitutto dovete sapere che i GAS sono un fenomeno tipicamente italiano che già era in forte crescita nel biennio precedente la pandemia. Dal 2018 al 2020 ci sono state, infatti, oltre 800mila nuove iscrizioni sparse nei vari gruppi dello stivale. Numeri che continuano a crescere.

I gruppi di acquisto solidale si organizzano per ordinare prodotti agroalimentari direttamente dagli agricoltori, in un’ottica di filiera corta, così da evitare l’intermediazione dei commercianti e della grande distribuzione organizzata, ovvero i supermercati.

L’acquisto ad esempio di olio, uova, cereali, frutta e verdura, avviene tramite una spesa collettiva ma diversificata con ordini settimanali o mensili, garantendo così una continuità al produttore e freschezza e ottimo rapporto qualità prezzo a noi consumatori.

Questa strategia, inoltre, abbatte i costi non solo di distribuzione e stoccaggio, ma riduce anche l’impatto ambientale dovuto al confezionamento e ai trasporti.

Inoltre, la maggior parte dei prodotti commercializzati tramite i gas sono biologici o a basso impatto ambientale. Insomma una scelta etica e sostenibile!

Ma come nascono i GAS?

Il primo GAS è nato a Fidenza nel 1994 in un periodo in cui ci si iniziava a interrogare su come le imprese  condizionassero le scelte del consumatore, omettendo anche molte informazioni sulla provenienza della merce.  Complice di questo “movimento” è stata sicuramente la pubblicazione di un libro intitolato “Guida al Consumo Critico” edito dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo.

Questa organizzazione divenne famosa per essere la prima in Italia a fare ricerche in modo autonomo e trovare soluzioni verso una distribuzione più equa della ricchezza, stimolando il consumo critico e in generale, per il raggiungimento di un modello socio-economico sostenibile.

Da allora gli obiettivi dei GAS sono:

  • ricercare alimenti di qualità locali
  • avere prezzi agevolati di mercato
  • ridurre l’impatto ambientale
  • avere un consumo critico e consapevole nel rispetto di tutti coloro che fanno parte di questo processo
  • sostenere i produttori agricoli che lavorano correttamente rispettando ambiente e diritti sociali

L’economia solidale e il consumo critico

Acquistare beni di prima necessità tramite GAS è un modo diverso di percepire il consumo, attraverso un approccio comunitario di tutela e rispetto nei confronti di chi fornisci le materie prime, di chi le lavora, ma anche nei confronti di noi consumatori.

Un modello di economia solidale che abbraccia la filosofia del consumo critico o consapevole, cioè la pratica di organizzare le proprie abitudini di acquisto sulla base di criteri ambientali e sociali, rinunciando al “tutto e subito”, rispettando la stagionalità e la quantità dei prodotti disponibili, la filiera corta e il km zero, così come l’etica nei processi di lavorazione e la provenienza delle materie prime.

Organizzazione e partecipazione

Per entrare a far parte di un GAS devi sapere anzitutto che ognuno di questi agisce a livello il più locale possibile come il quartiere

I prodotti a disposizione sono principalmente a km 0 cioè distribuiti al massimo in un raggio di 70 km dal luogo di coltivazione e di trasformazione della materia prima e provenienti da allevamenti o aziende agricole biologiche.

La migliore piattaforma per la scelta di un GAS è E-circles che conta più di 582  gruppi aderenti. 

Una volta scelto il GAS di appartenenza ci si può iscrivere pagando una quota associativa annuale per poi effettuare ordini cadenzati, a seconda delle regole del gruppo, che saranno disponibili al ritiro in un preciso punto di raccolta. In origine i Gas prevedevano che ciascun membro, o a rotazione, dessero il loro contributo “lavorando” per il gruppo. Gestendo i produttori, le spedizioni, i pagamenti ecc. Successivamente sono nati Gas in cui solo un nucleo di persone si occupa delle attività mentre gli altri danno un contributo economico.

L’etica di acquisto è una forma di cittadinanza attiva


La scelta di entrare a far parte di un GAS o costituirne uno significa anche dare la possibilità a piccoli produttori di vendere ad un prezzo equo, cosa ahimè difficilmente garantita con la vendita nei canali tradizionali di prodotti freschi che deperiscono velocemente, per i quali il prezzo lo fa il mercato non il reale costo di produzione. Piccoli produttori che strangolati dalle logiche di mercato rischiano di scomparire se non trovano sbocchi, come i Gas, per la vendita diretta.  Il consumo critico diventa quindi uno strumento per affermare la propria identità civica, perché come recita il motto dei GAS “l’unione fa la forza”.. e a lungo andare anche la differenza.

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