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Vivere con un cane fa bene alla salute


Ho sempre pensato che Viola e Jack, i miei due cani, siano lo specchio delle mie emozioni. Non posso dire che sia solo io a prendermi cura di loro, questi amici pelosi riescono davvero ad assorbire i miei malumori e migliorare le mie giornate. 

Una relazione unica, quella tra cani ed esseri umani, che senza dubbio, almeno per la nostra specie, garantisce un benessere psicofisico comprovato dalla scienza.

Una vita a 6 zampe

Il cane ha il solo grande difetto di sopravvalutare gli esseri umani. La dipendenza emotiva che questi fedeli amici nutrono nei nostri confronti è indiscussa; un legame nato anticamente dalla convivenza e il mutuo aiuto tra uomini e lupi, che oggi è diventato un rapporto autentico in cui i nostri animali domestici non chiedono nulla in cambio.

Seppur in modo differente da quello che ci manifestano i gatti che, come vi ho già raccontato, con la loro indole raffinata e introspettiva sono anche loro in grado di elargire straordinarie doti terapeutiche, la sola presenza di una cane nelle nostre case può essere un salvavita.

Pensate solo a quanto rivelato dai ricercatori della Missouri-Columbia University nel 2014: accarezzare un cane può portare a una riduzione del 10% della pressione sanguigna, e questo in un tempo che varia solo dai 15 ai 30 minuti! 

L’ormone dell’amore si attiva al tocco dei nostri pet

L’ossitocina è chiamata ormone dell’amore o “chimica delle coccole”. 

Questo messaggero viene prodotto dall’ipotalamo quando siamo stimolati da qualcosa che ci dà piacere e ci aiuta a ridurre la percezione di un dolore, come ad esempio, durante un parto. Un ormone che ci rende più fiduciosi, empatici e riduce paura ansia e stress.

Ebbene diversi studi ormai lo hanno testimoniato: l’amore per i nostri animali ci aiuta a produrne in grandi quantità. Primo tra tutti uno studio svedese del 2014, ha misurato un aumento del 6,6 percento di ossitocina nel sangue quando accarezziamo i nostri cani. Parallelamente c’è anche una drastica riduzione del cortisolo, che regola i nostri livelli di tensione. Ma questi picchi di ossitocina non solo testimoniano l’amore degli esseri umani per i cani, ma anche il contrario!Il nostro pet arriva ad aumentare il suo livello di ossitocina fino al 57% in più mentre gioca con noi. Una vera storia d’amore!

Photo by Ryan Stone on Unsplash

Pelosi in corsia

Il Canis lupus familiaris dal suo nome scientifico, è primo animale domestico che viene adoperato nella Pet Therapy, attività, terapie (riconosciute dall’Istituto Superiore di Sanità) o educazione assistita con gli animali. Come dei piccoli operatori sanitari i cani entrano anche nelle corsie delle strutture sanitarie e possono:

  • Operare nella riabilitazione motoria. Il lancio della pallina o una semplice spazzolata sono utilizzati per ripristinare l’efficienza e la capacità di movimento di chi ha subito un trauma fisico o psichico.
  • Stimolare le attività sensoriali. Aiutare ciechi, sordocechi o ipovedenti di qualsiasi età.
  • Stimolare il linguaggio e l’apprendimento di nuove parole, aiutare nella concentrazione o nei processi di socializzazione, soprattutto nei problemi comportamentali.
  • Operare per accrescere l’autostima e responsabilizzare, aiutando a lavorare sui processi legati all’autonomia psicologica.
Photo by Adam Griffith on Unsplash

Un tartufo magico

Grazie a un fiuto e un udito molto sviluppato, il nostro fido adeguatamente addestrato può intuire alcune malattie o patologie anche molto gravi.

In Italia per il momento ci sono pochi centri operativi specializzati per insegnare a prevedere le crisi epilettiche, mentre nel resto del mondo, soprattutto negli USA si lavora già per il riconoscimento di altre patologie.

Oggi i campi di applicazione sono: ipoglicemia e diabete, tumori, epilessia e narcolessia.

Queste capacità di apparente chiaroveggenza sono in realtà spiegate dal fatto che i cani possiedono tra 150 e 300 milioni di cellule dedicate solo al riconoscimento degli odori. E noi esseri umani ne abbiamo a malapena 5 milioni. D’altronde con il loro tartufo possono coprire un’area olfattiva di circa 150 cm2

L’addestramento, infatti, si concentra con il riconoscimento olfattivo dei Voc (Composti organici volatili), che, nel caso del diabete, ad esempio, si generano in caso di stati di variazione della glicemia.

Oggi in Italia siamo pionieri anche di un nuova ricerca dedicata al riconoscimento del virus COVID-19. Grazie al primo studio scientifico multicentrico condotto dall’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM), infatti, stiamo scoprendo che la percettività olfattiva dei cani può essere un valido screening per individuare le persone affette da COVID-19.

I risultati sono stati sorprendenti e hanno dimostrato un range compreso tra il 98 e il 100% di affidabilità nel riconoscimento della positività, maggiore rispetto ai test antigienici rapidi che hanno una sensibilità tra l’87 e il 98%.

A ognuno il suo cane

Certamente ci sono cani più predisposti di altri per alcune terapie o attività, ma in termini assoluti a prescindere da età, razza e stazza ognuno di loro è in grado di migliorare le nostre vite in un modo peculiare e regalarci qualcosa di unico e irripetibile, perché, senza in fondo meritarcelo davvero, rappresentiamo tutto ciò che per loro c’è di più importante al mondo.

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1 Comment

  • Reply
    GIULIA
    7 Novembre 2022 at 12:54

    Verissimo e sono supercontenta che ora i nostri amici possono venire con noi praticamente ovunque.

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